Ancora sulla Fatturazione elettronica

Quesito: In sede di approvazione della Legge di Bilancio 2019 è stata soppressa la disposizione contenuta nel comma 02 dell’art. 10, DL n. 119/2018, c.d. “Collegato alla Finanziaria 2019”, introdotta durante l’iter di conversione, in base alla quale gli obblighi di fatturazione / registrazione relativi a contratti di sponsorizzazione / pubblicità in capo ai soggetti che applicano il regime forfetario ex Legge n. 398/91, nei confronti di soggetti passivi stabiliti in Italia, sono adempiuti dai cessionari. A questo punto cosa deve fare una qualsiasi a.s.d., in regime di 398, che emette una fattura di pubblicità? Elettronica o cartacea?

Risposta: Se i ricavi commerciali nell’anno precedente non hanno superato 65.000 euro, si emette una fattura cartacea.

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Associazioni in regime 398 esonerate dalla fattura elettronica e conservazione sostitutiva

Quesito: Premesso che le associazioni in regime l. 398 non sono obbligate all’emissione delle fatture elettroniche qualora nell’anno precedente non abbiano conseguito ricavi commerciali superiori a € 65.000, si chiede come le stesse debbano comportarsi relativamente alla ricezione delle fatture passive. In particolare possono essere assimilate ai contribuenti forfettari che, in caso non forniscano né PEC né codice identificativo, sono esonerati dalla conservazione sostitutiva, oppure sono obbligati a fornire PEC / codice e comunque alla conservazione sostitutiva?

Risposta: La norma di riferimento è l’art. 1, comma 3, del d.l. 5/8/2015 n. 127, recentemente modificata dall’art. 10, comma 1, della Legge 17/12/2018 n. 136. Essa ora, per quanto qui ci interessa, recita (in grassetto la recente aggiunta):

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Cessione cespiti acquistati in regime l. 398/91

Quesito: Una s.s.d. a r.l. acquista una auto nuova e poiché ha optato per l’applicazione della legge 398/91 non ne detrae la relativa IVA esposta in fattura. In caso di successiva vendita di tale auto può emettere fattura esente art.10 comma 27 quinquies d.p.r. 633/72 o deve emettere fattura con IVA da versare al 50%?

Risposta: Il quesito presenta più di un aspetto da tener bene presente.
Non disponendo di tutte le informazioni necessarie, e comunque per dare ai lettori un quadro completo della problematica, cercheremo di esaminare tutte le alternative possibili.

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Fatturazione elettronica a frequentanti il centro sportivo

Quesito: Una s.s.d. che opera in regime 398, e ha l’obbligo di emettere fatture elettroniche, come si deve comportare con l’incasso dei ricavi istituzionali da parte delle persone fisiche che frequentano il centro sportivo? Può emettere, alle persone fisiche che hanno solo il codice fiscale e che acquistano servizi esenti IVA, le fatture cartacee come fatto fino ad ora?

Risposta:  Trattandosi di ricavi istituzionali è applicabile l’art. 148, III comma, del T.U.I.R. e quindi:

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Contributi Comunali e Erogazioni

Quesito: Si chiede la corretta base di calcolo per una a.s.d. calcio prima categoria, del plafond Iva l .398/91, in particolare se le seguenti entrate partecipino alla base per il calcolo del plafond di € 400mila: 1) erogazione liberale ricevuta da altra Associazione sportiva dilettantistica calcio per sostegno all’attività istituzionale svolta; 2) biglietti per ingresso gara; 3) contributo erogato dal Comune in base alla convenzione relativa alla gestione e manutenzione dell’impianto. Sempre in merito al contributo del Comune l’a.s.d. ha l’obbligo di emettere fattura se il Comune non la richiede? È corretto che il comune applichi su questo contributo una ritenuta alla fonte?

Risposta:  Rispondiamo seguendo la numerazione del quesito.

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Acquisto e vendita divise sociali ai propri associati senza ricarico

Quesito: Una a.s.d. (senza partita iva) che svolge solo attività istituzionale vorrebbe acquistare magliette, stampate con i segni distintivi dell’associazione, da rivendere ai propri associati senza applicare nessun ricarico. Si domanda: 1) questa attività va considerata commerciale e pertanto tassata? 2) Se considerata attività commerciale l’associazione deve aprire partita iva? O in alternativa: 3) basta presentare il modello dichiarazione dei redditi?

Risposta: L’ art. 143, I comma, del T.U.I.R. stabilisce che “non si considerano attività commerciali le prestazioni di servizi … rese in conformità alle finalita’ istituzionali … verso pagamento di corrispettivi che non eccedono i costi di diretta imputazione“; siccome in questo caso non si tratta di prestazione di servizi ma di cessione di beni, il fatto che non vi sia alcun ricarico non ha importanza: si tratta indubbiamente di attività commerciale.

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Pagamento rimborsi e tracciabilità

Quesito: La nuova normativa prevede il pagamento tracciabile dei rimborsi corrisposti dalle associazioni sportive dilettantistiche ai propri atleti e tecnici, qualunque sia l’importo; il mancato rispetto della tracciabilità può comportare la fuoriuscita dal regime agevolato della L.398/91?

Risposta: con la soppressione dei commi 358 e 359 della Finanziaria 2018 i rapporti con atleti e tecnici non debbono necessariamente essere inquadrati come collaborazioni coordinate e continuative; di conseguenza, se non lo sono, ai relativi compensi non si applica l’obbligo di pagamento con mezzi tracciabili stabilito dal comma 910 della medesima Legge.

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Da a.s.d a BAS: cambio ragione sociale possibile?

Il presidente di una piccola associazione sportiva dilettantistica praticante da 18 anni l’attività ludico sportiva del softair chiede se sia possibile cambiare la ragione sociale da a.s.d. a BAS senza ottemperare agli obblighi di scioglimento previsti per le a.s.d., ovvero la donazione dei beni (nella fattispecie si tratta di una piccola quantità di attrezzature sportive di valore più affettivo che economico) a ente che effettua la stessa pratica. Nel sottolineare che questo cambio di ragione sociale si vede necessario per venire incontro alle esigenze amministrative che di anno in anno si fanno sempre più pressanti, e che non possono essere giustificate per attività senza fini di lucro, si chiede quale sia l’iter da percorrere.

Occorre preliminarmente chiarire tre presupposti di partenza:

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Yoga e pilates e obbligo di fatturazione

Quesito: Muovendo dal presupposto che yoga e pilates siano attività commerciali in quanto, ancorché riportate nello statuto del sodalizio, non sono riconosciute dal CONI, si chiede se il socio, per il corso che frequenta, debba pagare una fattura (imponibile + IVA 22%) o se i soci versino un contributo a fronte di una ricevuta.

Risposta: Nel recentissimo Convegno Nazionale Fiscosport di Senigallia, e in modo più tecnico nel corso del Meeting dei Consulenti Fiscosport tenutosi il giorno successivo, sono state esaminate molte delle problematiche riguardanti i temi trattati nelle nostre newsletter, e su due in particolare non è stato possibile giungere a una conclusione chiara e condivisa. In due righe, il quesito le affronta entrambe. Non ci si aspetti quindi una risposta certa e soprattutto rassicurante ….

La prima riguarda la “sportività” di yoga e pilates.

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Tracciabilità dei rimborsi spese a collaboratori e pagamento in contanti

Si possono erogare in contanti, nel limite dei 1.000,00 € previsti dalla legge, i compensi a collaboratori, dirigenti e atleti, riconducibili nella sfera dei rimborsi spese?

Il quesito evidenzia una confusione nella quale si trovano moltissimi dirigenti sportivi; cogliamo quindi l’occasione per un chiarimento non certo nuovo, ma sempre estremamente importante.

La distinzione fondamentale è fra rimborsi spese forfetari rimborsi spese documentate.

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