Scuola di danza: scegliere la forma dell’a.s.d. o dell’associazione culturale?

Una a.s.d. che si occupa di tango argentino, gestendo corsi ed eventi, vorrebbe trasformarsi in associazione culturale. Si chiede se ne valga la pena o se sia più conveniente rimanere associazione sportiva. In questo secondo caso, a quale federazione affiliarsi: alla Federazione italiana danza sportiva? O meglio scegliere un Ente di promozione sociale?

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L’attività “libera” (cioè effettuata al di fuori delle competizioni e dei corsi gestiti dalla a.s.d.) è decommercializzata?

Si chiede, anche alla luce della Circolare 18/E dell’Agenzia delle Entrate e dei diversi interventi pubblicati su questo sito, se vi sia una “posizione ufficiale” di Fiscosport in merito alla possibilità o no di considerare decommercializzati i corrispettivi pagati da un socio e incassati da una a.s.d. al di fuori della partecipazione a competizioni e dell’attività didattica.

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L’ordinanza della Regione Toscana del 3 luglio regolamenta anche il ballo e lo sport di contatto

A partire dal 3 luglio in Toscana possono riprendere numerose attività sospese durante l’emergenza pandemica da COVID-19 e nella fase immediatamente successiva. Si tratta di cinema, spettacoli, saune, utilizzo delle carte da gioco, e altro; per quanto di interesse delle a.s.d. affrontiamo qui le disposizioni che riguardano il ballo e lo sport di contatto.

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Chiusura della a.s.d. e conseguenze

Scrive il vicepresidente di una piccola a.s.d. di scuola di ballo: «Siamo una a.s.d. con solo codice fiscale, come tante altre associazioni siamo stati travolti dallo tsunami COVID-19 e stiamo pensando tra le varie ipotesi anche alla chiusura dell’associazione. Sappiamo che la chiusura deve essere comunicata all’agenzia delle entrate e i beni mobili acquistati dall’associazione devono essere donati ad altre associazioni simili alla nostra. Mi chiedo se i beni mobili anziché donarli ad altre associazioni, possono essere venduti ai soci o altre persone fisiche come usato prima della chiusura per poter estinguere debiti pendenti sulla a.s.d.»

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I corrispettivi per corsi di Scuola Volo di una s.s.d. a r.l. in regime ordinario

Una s.s.d in regime ordinario, quindi senza l’applicazione del regime forfettario 398/1991, che svolge attività di addestramento e scuola volo, per le prestazioni e i corsi svolti nei confronti dei tesserati deve emettere ricevuta con esenzione ex art. 10 e inserire questi nella dichiarazione IVA con relativo calcolo del pro-rata? I corrispettivi verranno tassati anche ai fini IRES/IRAp oppure rientreranno tra i ricavi de-commercializzati?

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Il Bonus per i collaboratori sportivi: fra FAQ e tutorial quasi tutto ben chiaro

Il sistema di comunicazione di Sport e Salute ha reso sufficientemente facile districarsi nelle problematiche sostanziali e procedurali dell’agevolazione. Abbiamo cercato di fare una veloce sintesi, evidenziandone i principi base e soprattutto la loro applicazione alla casistica emersa dai numerosi quesiti e casi pratici che siamo stati chiamati ad affrontare.

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Come trattare gli incassi derivanti da corsi di Yoga in un a.s.d. con partita IVA

Si chiede come debbano essere considerati e dichiarati ai fini IVA e ai fini Imposte dirette gli incassi derivanti da corsi di YOGA (disciplina non più riconosciuta dal CONI) svolti da una a.s.d. che svolge anche corsi di pilates (disciplina riconosciuta dal CONI) i cui incassi sono “decommercializzati” secondo i benefici previsti dalla L.398. Per i corsi di Yoga l’a.s.d. emette fattura con IVA esposta al 22%, non rientrando più tali corsi nell’attività istituzionale.

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