Da a.s.d a BAS: cambio ragione sociale possibile?

Il presidente di una piccola associazione sportiva dilettantistica praticante da 18 anni l’attività ludico sportiva del softair chiede se sia possibile cambiare la ragione sociale da a.s.d. a BAS senza ottemperare agli obblighi di scioglimento previsti per le a.s.d., ovvero la donazione dei beni (nella fattispecie si tratta di una piccola quantità di attrezzature sportive di valore più affettivo che economico) a ente che effettua la stessa pratica. Nel sottolineare che questo cambio di ragione sociale si vede necessario per venire incontro alle esigenze amministrative che di anno in anno si fanno sempre più pressanti, e che non possono essere giustificate per attività senza fini di lucro, si chiede quale sia l’iter da percorrere.

Occorre preliminarmente chiarire tre presupposti di partenza:

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Yoga e pilates e obbligo di fatturazione

Quesito: Muovendo dal presupposto che yoga e pilates siano attività commerciali in quanto, ancorché riportate nello statuto del sodalizio, non sono riconosciute dal CONI, si chiede se il socio, per il corso che frequenta, debba pagare una fattura (imponibile + IVA 22%) o se i soci versino un contributo a fronte di una ricevuta.

Risposta: Nel recentissimo Convegno Nazionale Fiscosport di Senigallia, e in modo più tecnico nel corso del Meeting dei Consulenti Fiscosport tenutosi il giorno successivo, sono state esaminate molte delle problematiche riguardanti i temi trattati nelle nostre newsletter, e su due in particolare non è stato possibile giungere a una conclusione chiara e condivisa. In due righe, il quesito le affronta entrambe. Non ci si aspetti quindi una risposta certa e soprattutto rassicurante ….

La prima riguarda la “sportività” di yoga e pilates.

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Pubblicato il Decreto Fiscale: le novità di interesse per il settore sportivo

Il 23 ottobre scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.L. 119/2018, che nel “Capo I – Disposizioni in materia di pacificazione fiscale” contiene norme che interessano la totalità dei contribuenti e un articolo specifico per le società e associazioni sportive.

A due giorni dalla pubblicazione di un documento di tale portata non siamo certo in grado di farne un’analisi sufficientemente precisa, e la forma del decreto legge non invoglia certo ad approfondire l’analisi di qualcosa che potrà essere, e probabilmente sarà, modificato anche radicalmente.

Ci è parso opportuno darne comunque notizia, con un sommario accenno alle disposizioni di maggiore interesse per i sodalizi sportivi, allegandone copia integrale.

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Legge 398 solo per le attività connesse: e se ci fossimo preoccupati per (quasi) nulla?

Il punto 6.2 della Circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 18/2018 affronta una questione che ha preoccupato non poco tutti i commentatori; e se invece fosse stata semplicemente letta “dalla parte sbagliata” e proponesse piuttosto, pur con un paio di “disattenzioni”, principi condivisibili?

Premessa

Nella Guida “Associazioni Sportive Dilettantistiche: come fare per non sbagliare”, pubblicata dall’Agenzia delle Entrate, Direzione Regionale del Piemonte, Edizione speciale per Torino Capitale Europea dello Sport 2015, è stata data enfasi per la prima volta (dopo più di 15 anni dall’emanazione dell’ultima delle norme a cui si riferisce) alla distinzione fra attività connesse e non connesse agli scopi istituzionali, stabilendo che il regime di cui alla Legge 398/91 si applica alle prime ma non alle seconde.

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Circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 18/E

La Circolare affronta alcune questioni inerenti all’applicazione dei regimi agevolativi, in particolare quello derivante dall’opzione alla legge n. 398 (determinazione forfetaria del reddito imponibile e dell’IVA nonché previsioni di favore in materia di adempimenti contabili, di certificazione dei corrispettivi e dichiarativi), e quello ex art. 148, comma 3, T.U.I.R. (la c.d. decommercializzazione dei corrispettivi).

Poiché i chiarimenti ivi forniti sono in parte anche l’esito di una ricognizione delle posizioni finora espresse dall’Amministrazione finanziaria, non vi è dubbio che si tratta di un documento – che con tutti i limiti del suo valore nella gerarchia delle fonti del diritto – rappresenta una fondamentale pietra miliare alla quale i sodalizi sportivi dovranno d’ora innanzi fare riferimento.

Il testo della Circolare è scaricabile QUI

Registro Coni 2.0, C.I.P. e attività sportive paralimpiche

Stabilito che con la nuova legge ci si deve iscrivere al Registro Coni 2.0 per avere le defiscalizzazioni e vantaggi vari, che ne è delle associazioni affiliate a Federazioni del C.I.P.?  Queste cioè godono gli stessi benefici pur non essendo iscritte al Registro 2.0.?

Con questa domanda si va ad affrontare una questione molto interessante, vale a dire, in ultimo, la qualificazione di “sportiva” (con il conseguente accesso alla specifiche agevolazioni fiscali) per l’associazione/società che, ancorché non iscritta al nuovo registro CONI, sia però affiliata a una Federazione facente capo al C.I.P. – Comitato Paralimpico Italiano.
Diciamo subito che la nostra risposta è positiva, ma la strada per arrivare a tale convinzione è, come si scriveva nei racconti di avventure, abbastanza lunga e tortuosa.

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Tracciabilità dei rimborsi spese a collaboratori e pagamento in contanti

Si possono erogare in contanti, nel limite dei 1.000,00 € previsti dalla legge, i compensi a collaboratori, dirigenti e atleti, riconducibili nella sfera dei rimborsi spese?

Il quesito evidenzia una confusione nella quale si trovano moltissimi dirigenti sportivi; cogliamo quindi l’occasione per un chiarimento non certo nuovo, ma sempre estremamente importante.

La distinzione fondamentale è fra rimborsi spese forfetari rimborsi spese documentate.

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Ordinanza Corte di Cassazione 30/4/2018 n. 10393: tanto rumore per (quasi) nulla

Ne hanno parlato in molti, a cominciare da un lungo articolo di FiscoOggi, la rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate ma, a parte una formulazione decisamente confusa, di nuovo non c’è proprio nulla. Ci limitiamo quindi a darne conto e ne approfittiamo per (ri)fare un paio di considerazioni.

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Cooperativa Sportiva dilettantistica e tassa di concessioni governative

In occasione di un controllo ministeriale a una soc. coop. dil. viene contestato il mancato pagamento della tassa di concessione governativa; in effetti, malgrado l’assenza di menzione delle cooperative tra i soggetti indicati nel comma 7 dell’art. 90 legge 289, l’ente coinvolto era convinto di godere dell’esenzione prevista per le a.s.d. e s.s.d.. Si chiede se esista qualche circolare o chiarimento in merito da parte di enti istituzionali al fine di avvalorare la tesi sostenuta dalla cooperativa, o se invece la tassa andava effettivamente pagata.

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Il Modello GDPR – Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati sulla Privacy – per a.s.d. e s.s.d.

Stante l’entrata in vigore dal 25/5 p.v. del Regolamento UE/2016/679 General Data Protection Regulation (G.D.P.R.), di immediata applicazione anche in Italia (sul punto si veda anche l’articolo di Gianpaolo Concari, Il nuovo GDPR – Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati sulla Privacy, pubblicato sulla Newsletter Fiscosport n. 9/2018), abbiamo predisposto * il modulo di informativa per la Privacy, adeguato alle nuove disposizioni.

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