I protocolli per le scuole di danza

Nulla di nuovo, ma alla riapertura dei corsi abbiamo rilevato non poca di confusione fra le varie associazioni, e sottolineare nuovamente alcune disposizioni può essere utile

L’implementazione, nel mese di agosto, dei protocolli con le disposizioni sul green pass ci dà l’occasione per affrontare alcune problematiche sulle quali abbiamo riscontrato molti dubbi.

Le fonti che abbiamo preso a riferimento sono:

a) le linee guida del Dipartimento per lo Sport, delle quali è di particolare interesse l’allegato 7 (il cui testo è peraltro riportato integralmente nei protocolli CSEN e FIDS, di cu si dice qui sotto), aggiornato al 6/8/2021

b) il protocollo FIDS, aggiornato al 31/8/2021

c) le linee guida CSEN (l’unico ente di promozione che ci risulta abbia previsto linee guida specifiche per gli allenamenti di danza), aggiornate al 6/8/2021

Una buona parte delle prescrizioni sono oramai ben note: green pass, misurazione della temperatura, registro delle presenze, percorsi differenziati fra entrata e uscita, ecc.

I punti sui quali abbiamo riscontrato invece dubi sono i seguenti.

A) Spogliatoi

Tutti e tre i protocolli affermano sia necessario

assicurare il distanziamento di almeno 1 metro, fermo restando l’obbligo di indossare la mascherina”,

e

sarà necessario evitare l’uso di applicativi comuni, quali asciugacapelli, ecc.”.

Ci paiono disposizioni ben chiare, come chiaro è che non vi sia alcun obbligo di metratura per persona, come era in protocolli precedenti, basati su linee guida e situazioni epidemiologiche differenti.

B) Indumenti

Il protocollo FIDS stabilisce che

coloro che praticano l’attività, hanno l’obbligo: … di arrivare nel sito già vestiti in maniera idonea all’attività che andrà a svolgersi o in modo tale da utilizzare spazi comuni/spogliatoi solo per cambi di indumenti minimi o che richiedano tempi ridotti”.

Ciò è evidentemente mutuato dalle linee guida del Dipartimento per lo sport, le quali (evidentemente nella versione definitiva è saltato un ultimo periodo) stabiliscono che “coloro che praticano l’attività, hanno l’obbligo: … 2) di arrivare nel sito già vestiti adeguatamente alla attività che andrà a svolgersi o in modo tale da utilizzare spazi comuni per cambiarsi”.

Più sfumata è la prescrizione nelle linee guida CSEN, che antepongono le parole “Laddove possibile”.

Tutti e tre i protocolli impongono poi di

evitare di lasciare in luoghi condivisi con altri gli indumenti indossati per l’attività fisica, ma riporli in zaini o borse personali”.

A parte previsioni di maggiore prudenza da parte di altri Enti di promozione (p.es. le linee guida CSI prescrivono che le borse debbono essere lasciate ad almeno un metro di distanza), è chiaro che nessun obbligo sussiste per quanto riguarda gli abiti indossati prima (o meglio, portati da casa), che possono quindi essere lasciati negli spogliatoi purché in borse chiuse.

C) Mascherine

Il protocollo DS stabilisce che

è obbligatorio indossare correttamente la mascherina in qualsiasi momento all’interno della struttura, ad eccezione del momento specifico in cui si svolge attività fisica sul posto”,

gli altri lo ripetono testualmente.

Analogo obbligo esiste negli spogliatoi.

Nessuna mascherina deve invece essere indossata mentre si fa attività fisica, né singola né con contatto, in questo seguendo fra l’altro le indicazioni della Federazione Medici Sportivi, che da subito hanno segnalato come sia controproducente, se non addirittura pericoloso, compiere sforzi di particolare intensità con limitazioni alla respirazione.

D) Distanziamento

È l’unico punto sul quale vi è un rilevante disaccordo fra le fonti esaminate.

Le linee guida del Dipartimento per lo Sport stabiliscono che

durante l’attività fisica è obbligatorio mantenere la distanza interpersonale minima adeguata all’intensità dell’esercizio, comunque non inferiore a 2 metri. Ulteriori indicazioni di dettaglio potranno essere definite dagli specifici protocolli emanati delle Federazioni Sportive Nazionali e Discipline Sportive Associate di riferimento, nonché della Federazione Medico Sportiva Italiana”.

Demandare alle singole Federazioni ed Enti di promozione la predisposizione di specifiche linee guida appare in realtà la scelta migliore: troppa è la differenza fra le varie discipline per cercare di dare direttiva comuni, p.es., fra biliardo e rugby, fra scacchi e pallanuoto.

Per quanto riguarda gli sport di contatto, fra cui la danza sportiva, FIDS e CSEN dettano regole nettamente diverse.

a) La FIDS stabilisce che:

Nel rispetto delle norme e del presente protocollo è consentito lo svolgimento delle attività motorie ovvero di avviamento allo sport di base per i soci divulgativi (ex classe D) nei luoghi chiusi anche con attività di contatto.
La determinazione del numero massimo di persone che possono essere presenti in contemporanea all’interno della struttura deve risultare dalla considerazione di 12mq per persona, considerando per il computo i metri quadrati (al chiuso) dell’intera struttura. Nel computo delle compresenze va considerato anche il personale diretto o indiretto che vi presta servizio in quel momento.
Per quanto riguarda attività e corsi di gruppo, il numero massimo di cui sopra è 5mq per partecipante, prendendo in considerazione l’ampiezza dell’ambiente in cui l’attività viene svolta.
È compito del tecnico stabilire il numero massimo di atleti che contemporaneamente possono allenarsi nello spazio sportivo disponibile”.

La fissazione delle regole specifiche per ogni corso è quindi demandata al tecnico, nel rispetto del limite di 5 mq. per persona (il rapporto va fatto considerando non l’intera struttura ma la sala nella quale si svolge l’attività)

b) Lo CSEN stabilisce invece che (lo stampatello è nel protocollo):

d) è obbligatorio mantenere, all’interno dell’area di allenamento, un numero di ATLETI/TESSERATI PRATICANTI tale da prevedere una superficie utile di 16 metri quadrati per coppia, …
e) Il lavoro a coppia, va MANTENUTO OBBLIGATORIAMENTE sempre a “COPPIA FISSA” per tutta la durata della seduta di allenamento. Le coppie stabilite, vanno poi mantenute stabili anche negli allenamenti successivi;
f) è obbligatoria la distanza di sicurezza di almeno 2 m tra le varie coppie durante l’allenamento.
g) Nel caso di lavoro in solitario, almeno 2 m di distanza tra ciascun atleta e almeno 8 metri quadrati per atleta”.

Le prescrizioni sono molto più rigide, perché i mq non sono 5 ma 8, e soprattutto ci lascia perplessi la distinzione, all’interno dello sport di contatto, fra quello “a coppie” e tutti gli altri:

– due danzatori, due pattinatori, debbono rimanere in coppia fissa sempre, ogni allenamento, parrebbe addirittura per tutta la stagione, con uno spazio estremamente ampio a disposizione

– due lottatori, due pugili e, ancor più, dieci giocatori di basket o di pallamano, possono stare a contatto senza alcuna di queste limitazioni.

Tenuto conto di tali differenze, qualora una associazione sia affiliata a più di una Federazione e/o Ente di Promozione, quale protocollo dovrà utilizzare?

Premesso che ovviamente il comportamento più prudente sarà seguire il protocollo più restrittivo, riteniamo che sia opportuna unna distinzione:

– ove possibile, si debba applicare il protocollo della Federazione o Ente per cui sono tesserati gli atleti che si stanno allenando;

– ove ciò non sia possibile, perché si allenano assieme atleti con tesseramenti diversi, quella dal protocollo più restrittivo pare la scelta più ragionevole.

Infine, è ovviamente sempre possibile che la singola associazione stabilisca regole più rigide, nel qual caso chi vuole praticare attività presso di essa dovrà adeguarvisi.

Siamo infatti nell’ambito della libertà di decisione del sodalizio, esercitato dal suo organo supremo che è l’assemblea, pertanto se si aderirà ai protocolli non riteniamo indispensabili specifiche delibere assembleari, ma se si vorranno istituire regole più severe, e quindi più tutelanti ma anche più limitanti per i soci, riteniamo che sia agli stessi che vada riservata la decisione.