Valutazione ramo società sportiva dilettantistica

Una società sportiva dilettantistica ha intenzione di cedere il suo ramo di azienda relativo ai corsi della palestra; si chiede se ci siano dei moltiplicatori di riferimento per determinarne il valore ed eventualmente a quali indicatori è più opportuno fare riferimento.

La risposta è purtroppo negativa fin dalla prima delle due domande poste: non ci risultano moltiplicatori di riferimento, né ai fini fiscali né ne abbiamo reperiti nei sacri testi sulla valutazione di azienda, anche di stampo anglosassone.

Nel mondo anglosassone sono molto diffuse, nella prassi commerciale molto più che in quella tributaria, le c.d. “rules of thumb”, che potremmo prosaicamente tradurre in “valutazione a spanne”, e quelle che abbiamo trovato riguardo alle palestre fanno riferimento all’EBDTA, ovvero all’utile di esercizio più imposteinteressi passivi e ammortamenti, al quale applicare moltiplicatori da 1 fino a 5 per realtà di grandi dimensioni, ma:

– si tratta come detto di regole fortemente empiriche

– non tengono conto dell’assenza di fine di lucro che invece è uno dei requisiti base per una S.s.d.r.l.

Possono quindi tutt’al più fornire forse una indicazione di partenza per intavolare una trattativa commerciale ma non sono certo utilizzabili per giustificare, o difendersi da, un accertamento di valore su una cessione di azienda.

Né porta a risultati migliori una valutazione con il più corretto, e abitualmente più usato, metodo del netto patrimoniale più l’avviamento, determinato come attualizzazione dei redditi o più correttamente sovraredditi futuri, dato che l’impostazione come soggetti non profit fa sì che ben difficilmente una società sportiva senza scopo di lucro presenti bilanci con utili rilevanti.

E infine, non disponiamo nemmeno di dati statistici sufficientemente completi per poterci basare sull’esperienza pratica, dato che il numero degli accertamenti su cessioni di azienda da parte di sodalizi sportivi non ci risulta essere abbastanza ampio.

In conclusione, il rischio più grosso che vediamo è che in sede di eventuale accertamento di valore vengano arbitrariamente applicati indici o moltiplicatori mutuati da altri settori o da altre tipologie di aziende, con risultati imprevedibili: sarebbe sicuramente un’arma non molto affilata, ma anche la difesa potrebbe essere problematica.

Insomma, più che una battaglia ognuno con le sue armi, uno scontro a mani nude, dall’esito ancor più incerto.