Il CONI apre agli sport elettronici

Dopo l’apertura del CIO, inevitabile quella del CONI: per ora con forti limitazioni, ma il percorso per l’ingresso degli e-sport accanto a quelli “reali” è ufficialmente iniziato anche in Italia

Da sempre sosteniamo che la definizione di sport è un concetto in continua evoluzione, e coloro che si sono scandalizzati per l’ingresso nelle Olimpiadi di BMX, freestyle e curling, che (purtroppo anche tanti verificatori fiscali) sostengono che quello che si fa in palestra non sia sport, che hanno fatto le battaglie per non ammettere i professionisti alle Olimpiadi, insomma, i duri e puri del “sangue sudore e lacrime”, se ne debbono ancora una volta fare una ragione.

E chi si sconvolge perché i videogames andranno alle Olimpiadi, magari non sa che nel 1959 in Italia c’erano 287.000 tesserati praticanti il calcio, e 431.000 praticanti “Caccia, tiro a volo, tiro a segno e al piattello” (Indagine ISTAT “Lo sport che cambia”, 2005).

E poi, se l’elenco delle discipline sportive stilato dal CONI comprende bridge, scacchi e dama, onestamente non si comprende perché non debba comprendere i giochi elettronici, ben più diffusi soprattutto fra i giovani.

Le premesse del Protocollo

E dopo l’introduzione “di colore”, esaminiamo nel dettaglio il documento nel quale si è concretizzata questa apertura, il Protocollo d’intesa fra CONI e Comitato promotore e-sport Italia, siglato il 14 gennaio scorso, cominciando dalle, e prestando particolare attenzione alle, premesse, che in un protocollo d’intesa sono spesso la parte più importante: gli accordi che poi vengono presi ne sono spesso semplicemente la traduzione in regole operative.

Non seguiremo l’ordine nel quale le premesse sono elencate, ma quello che ci pare più utile per esaminarle; non si può quindi che cominciare da

il C.I.O. sta esortando le Federazioni Internazionali affinché ciascuna sviluppi, al proprio interno, un settore di E-Sport, riconducendo quindi la governance dell’ambito elettronico di ciascuno sport all’interno dello scenario internazionale già esistente con l’obiettivo di salvaguardare i valori e gli obiettivi del movimento olimpico e creare un collegamento tra il mondo degli sport tradizionali e la comunità degli sport simulati”.

Molti sono gli spunti già in questa prima frase:

  • l’input viene direttamente dal C.I.O., la decisione del CONI è quindi una sorta di atto dovuto
  • l’apertura del C.I.O., e conseguentemente come vedremo anche quella del CONI, è limitata ai soli videogames che simulano sport “veri”; una delusione per molti degli appassionati, ma un passaggio che riteniamo politicamente inevitabile, e comunque fra calcio, sport motoristici, basket, tennis, golf e altri, il ventaglio delle possibilità non è certo modesto
  • lo scopo dichiarato è quello di organizzare l’ingresso delle regole degli sport tradizionali nel mondo degli sport virtuali, dalla garanzia della regolarità delle competizioni alla lotta al doping, alla regolamentazione delle scommesse.

Un altro punto delle premesse che, per motivi diversi, ci pare doveroso sottolineare è una sorta di strizzata d’occhio alla Riforma dello sport: se la definizione di sport contenuta nell’art. 2 del D.Lgs 36/2021 (mutuata pari pari dalla Carte europea dello sport del 1982) è “qualsiasi forma di attività fisica fondata sul rispetto di regole …”, il Protocollo si premura di scrivere (gli a capo sono nostri)

che con il termine E-sport ci si riferisce principalmente all’utilizzo di videogiochi sportivi … e si ricomprende

sia la categoria degli Sport (o giochi) elettronici, tramite i quali un determinato sport viene simulato attraverso l’utilizzo di varie interfacce videografiche (uno schermo collegato ad internet e/o ad una console/PC) con un minimo dispendio di energie fisiche, ma con un coinvolgimento generalmente medio-alto di quelle mentali,

sia quella degli Sport simulati, tramite i quali un determinato sport viene simulato attraverso un utilizzo congiunto di interfacce video-grafiche (uno schermo collegato ad internet e/o ad una console/PC) e di strumenti che replicano l’attrezzo sportivo reale, con un dispendio di energie sia fisiche che mentali che dipendono dallo “sport” scelto

Insomma, anche nella prima categoria, ovvero il videogame “classico”, con una consolle e un monitor, c’è “un minimo dispendio di energie fisiche”; beh, sorridiamo …

Proseguendo nell’esame delle premesse, viene recepita un’altra direttiva del C.I.O., ovvero quella di “entrare in contatto con le Organizzazioni di E-Sport”, cosa che il CONI ha fatto con la firmataria del Protocollo.

Viene poi fatta una non trascurabile scelta di campo: il CONI non ha ipotizzato la costituzione di una “Federazione e-sport” ma

ha valutato l’esigenza di supportate le singole FSN/DSA a sviluppare al proprio interno … un settore degli Sport Elettronici e Simulati di discipline tradizionali”; e più avanti “il C.O.N.I. incentiva le singole FSN/DSA a costituire al proprio interno, nel rispetto delle disposizioni delle rispettive Federazioni Internazionali, un settore specifico che regolamenti e gestisca la versione E-sport … delle proprie discipline”.

Seguendo la premessa che sono (per ora) e-sport solo quelli che simulano sport reali, viene pertanto demandato a ogni Federazione l’incarico di occuparsi degli sport elettronici che simulano quelli di sua competenza.

La scelta non convince certo, non foss’altro perché le Federazioni non hanno certamente le competenze per farlo, ma anche questo probabilmente era un passaggio obbligato.

E per supportare le Federazioni in tale compito (ed è facile prevedere che sarà un supporto ben consistente) viene appunto siglato l’accordo con chi invece le competenze le ha, e il compito dell’altro firmatario dell’accordo è ben chiaro già dalle premesse:

il Comitato Promotore degli E-sport, nell’ambito della collaborazione con il C.O.N.I. mette a disposizione delle FSN/DSA che non intendono sviluppare autonomamente il proprio settore Esport e che vogliono avvalersene il proprio supporto

Infine, un ultimo passaggio delle premesse di non poco interesse è quello nel quale, elencando gli scopi del Comitato, leggiamo:

promuovere e propagandare l’attività degli Sport elettronici, che consiste nella pratica dei videogiochi e simulatori a livello competitivo organizzato senza limitazioni di genere o tipo, purché in linea e nel rispetto dei principi etici e morali dello sport come indicati dal C.I.O. e dal C.O.N.I.”.

Il riferimento a C.I.O. e CONI non è quindi per limitare gli e-sport a quelli che simulano sport veri (“senza limitazioni di genere e tipo”), ma solo per dichiarare di uniformarsi ai loro “principi etici e morali: fermo restando il rispetto delle regole e dei principi generali di C.I.O. e CONI, la porta per estendere gli e-sport anche al di fuori di quelli che simulano sport reali è già, per il Comitato, ben aperta.

Gli impegni delle parti

Passando a ciò che con il Protocollo “si conviene e stipula” troviamo ben poco di più che una immediata e diretta conseguenza delle premesse; e in termini molto più stringati.

All’articolo 1 si stabilisce in primo luogo l’impegno

a collaborare per supportate le singole FSN/DSA a sviluppare al proprio interno … un settore degli Sport Elettronici e Simulati di discipline tradizionali”.

Successivamente,

il Comitato si impegna … a mettere a disposizione le competenze e gli strumenti tecnici … con l’intento di avvicinare la comunità dei giovani che praticano gli Sport elettronici e simulati, alle regole ed ai valori delle discipline tradizionali

Viene poi circoscritto l’ambito degli e-sport, come più volte anticipato, “alla versione elettronica di quelle presenti nell’Elenco delle Discipline Sportive ammissibili per l’iscrizione al Registro nazionale … del C.O.N.I.

Viene infine approvato e allegato uno “schema di ‘convenzione – tipo’ tra C.O.N.I. – Comitato Promotore e FSN/DSA

Ci è ben chiara la prima parte del secondo comma dell’art. 3, nella quale leggiamo che

L’attività oggetto del presente Protocollo d’intesa non comporta il riconoscimento ai fini sportiviné consente l’inclusione nell’Elenco delle Discipline Sportive ammissibili per l’iscrizione al Registro C.O.N.I.”;

fin qui è chiaro: gli e-sport non sono (per ora) riconosciuti come sport, né inclusi nell’elenco delle discipline sportive.

Meno chiara è la parte successiva, nella quale si aggiunge “e/o l’inserimento nello Statuto della FSN/DSA per le discipline e-sportive ivi dedotte”; riteniamo che significhi che, sempre per ora, gli e-sport non possono essere inseriti negli statuti delle FSN/DSA, e quindi p.es. non possano essere tesserati gli atleti che li pratichino.

Nient’altro, ci pare, di particolare interesse.

Il significato e il futuro

Come tutti i protocolli d’intesa, i commenti sono di due ordini completamente diversi:

– in una visione pratica, non è successo nulla: tutto è demandato a futuri accordi, e molto dipenderà dall’interesse delle Federazioni e delle Discipline Associate ad assecondare questa inclusione della versione elettronica delle loro discipline (e anche qui è facile prevedere una lotta fra falchi e colombe, fra duri e puri e entusiasti del cambiamento)

– in una visione più generale e “politica”, un passo fondamentale e senza ritorno verso un cambiamento di portata enorme, con scenari fantascientifici che sono sempre più vicini.